Lorenzo Foglia – Arte e filosofia

Master silversmith Lorenzo Foglia at Villa Medici

Nel cuore della Toscana, dove la tradizione artigianale è un patrimonio vivo, Lorenzo Foglia porta avanti con passione e lungimiranza l’arte orafa ereditata da generazioni. Maestro argentiere, artista e filosofo della materia, Foglia incarna un raro connubio tra tecnica e pensiero, artigianalità e introspezione. Dalla creazione di gioielli per le Case Reali europee ai trofei per il Gran Premio di San Marino, dalla collaborazione con il cinema di Franco Zeffirelli alla realizzazione di copertine per K-OVER, il suo è un viaggio nel valore autentico del “lusso su misura”, fuori dal tempo e dalle mode. In questa intervista ci racconta come ha trasformato l’eredità di famiglia in un linguaggio unico di simboli, narrazioni e bellezza che dura per sempre.

Crescere in una famiglia di argentieri, come ha influenzato il suo approccio all’oreficeria e quali valori ha ereditato?

Sono cresciuto in una famiglia dove l’Arte è sempre stata presente, in particolare l’Arte Orafa. La vivacità dello sbalzo e del cesello viveva in mio nonno Carlo e poi mio padre Giuliano l’ha trasmessa a me. Il valore più importante che ho ereditato è l’Amore: legare la propria vita alla rappresentazione del sé in armonia con il desiderio di unicità che un gioiello, da indosso o d’arredo, esprime.

In che modo la laurea in Lettere e Filosofia ha arricchito la sua comprensione e pratica dell’arte orafa?

Studio e ricerca filosofica sono fondamentali per ogni artista, accanto alla conoscenza tecnica. Mi hanno permesso di comprendere come vivere e realizzare opere attraverso un’Arte Minore, formativa per l’identità personale e capace di offrire una prospettiva diversa alla quotidianità. Come dice il Piccolo Principe: “L’essenziale è invisibile agli occhi”.

Può condividere le sue esperienze nella creazione di gioielli e arredi per le Case Reali europee?

Affrontare grandi committenze è un sogno per ogni artista. È un processo intimo: l’artista ascolta il committente e trasforma il racconto in forme, materiali e simboli. Come un tempo gli artisti vivevano a corte, oggi ancora si crea un legame profondo. Ma ogni opera realizzata può determinare il successo o il declino dell’artista stesso.

Come è stato realizzare i trofei per il Gran Premio di San Marino di Formula 1 e quali sono state le sfide principali?

Partecipammo con entusiasmo, inviando bozzetti che furono selezionati. Realizzammo interamente a mano le coppe in argento nella mia bottega, ricevendo richieste anche per altri due Gran Premi. Quando il circuito fu rimosso dal campionato, il formato dei premi venne standardizzato.

Come ha adattato le sue competenze artigianali alle esigenze del cinema, ad esempio nella creazione di corone per film di Franco Zeffirelli?

È stato un lavoro altamente tecnico: doveva integrarsi perfettamente in una narrazione estetica e storica orchestrata dal Maestro Zeffirelli. Ho fatto ricorso a tutta la mia esperienza artigiana per modellare opere coerenti con il racconto cinematografico.

Qual è il suo ruolo specifico nella realizzazione delle cover per bottiglie di K-OVER e quali aspetti del design la appassionano di più?

Rispetto sempre il concept della cover, adattando tecniche come sbalzo, cesello, incisione o stiacciato. Lavoro su soggetti decisi insieme al team, per creare pezzi unici, ricchi di pathos.

Come riesce a mantenere viva la tradizione artigianale integrandola con le moderne esigenze del mercato del lusso?

Il gioiello non ha nulla di moderno se non, talvolta, l’aspetto estetico. La tecnologia è effimera; il gioiello, invece, è patrimonio: si rivaluta, si tramanda. Il vero lusso è ciò che è realizzato su commissione, non ciò che riempie le vetrine.